Un percorso ancora incerto per l’accordo

Nella seduta di martedì 22 ottobre, il Premier britannico è riuscito a far approvare, in linea di principio, il suo accordo sulla Brexit negoziato con la UE, ma con tutta probabilità dovrà rinunciare al suo obiettivo di portare la Gran Bretagna fuori dall’Unione europea entro il 31 ottobre. La Camera dei Comuni ha infatti approvato l'accordo raggiunto da Johnson a Bruxelles, ma ha respinto il calendario di approvazione del “withdrawal bill” che mirava a far approvare l’intero pacchetto legislativo di attuazione della Brexit in soli tre giorni.
Di fronte a questa posizione dei parlamentari, Johnson ha annunciato la "messa in pausa" del processo di ratifica parlamentare per consultarsi con l'UE su come procedere. A questo punto una proroga sembra inevitabile, con la UE che appare incline a concederla e che, visti gli sviluppi a Londra, ha spostato di una settimana la seduta del Parlamento UE per la ratifica dell’accordo.

Tutto questo è avvenuto dopo un sabato pieno di colpi di scena, che aveva visto il Premier britannico, costretto da una mozione parlamentare che stabiliva che il voto decisivo dell'aula sull'accordo sarebbe dovuto avvenire solo dopo l'approvazione di tutta la legislazione ad esso legata, a chiedere alla UE il rinvio della deadline del 31 ottobre. A questa missiva ha fatto seguito però un'altra lettera nella quale il Premier spiegava che il rinvio è un "errore" e dove aggiungeva di essere convinto di poter far approvare dal parlamento britannico l’ultimo accordo raggiunto tra Regno Unito e Unione Europea entro il 31 ottobre. Successivamente, lunedì, lo speaker della Camera dei Comuni, John Bercow, respingeva la mozione del Governo UK per rimettere ai voti l'accordo, ritenendo l'istanza una riproposizione di quella presentata nella stessa forma di sabato.