Il "dopo May": possibili scenari

Pare chiaro oramai che per capire qualcosa di più sulla Brexit, si dovrà attendere la proclamazione del nuovo Primo Ministro britannico.
Fino ad oggi sono tante le possibilità contemplate per descrivere lo scenario britannico nei prossimi mesi. Ulteriori ritardi alla data di uscita della Gran Bretagna dall’UE non sono esclusi: il termine del 31 ottobre potrà essere rispettato forse solo nel caso in cui il nuovo Primo Ministro decidesse di portare avanti un’uscita senza accordo. Se, invece, il nuovo inquilino di Downing Street si dimostrasse favorevole a riaprire le trattative, bisognerà rinegoziare l’accordo: in questo caso, però, vi sono poche certezze di raggiungere nuovi risultati entro il 31 ottobre, visto che fino ad oggi l’Unione Europea si è dimostrata poco disposta a riaprire le negoziazioni.
Il Primo Ministro potrebbe anche considerare la possibilità di elezioni generali anticipate e un secondo referendum potrebbe non essere escluso: in questo caso si potrebbe procedere o con un referendum consultivo e non vincolante, come quello del 2016, o con uno di tipo vincolante, i cui risultati andrebbero immediatamente a condizionare il panorama britannico.
Nel caso in cui gli inglesi fossero chiamati a votare per una seconda volta, sono due i punti sui quali potranno esprimere la propria opinione: da un lato la potenziale uscita dall’UE, dall'altro l’accordo da adottare (deal o non-deal) se la Gran Bretagna decidesse di procedere con la Brexit.
Intanto gli esperti dello University College di Londra hanno fatto i conti, preannunciando che il tempo minimo stimato affinché un secondo referendum possa aver luogo è comunque superiore alle 22 settimane.